Vito Linares Portrait! A San Pietro. Emozioni senza Condizioni

Vito Linares Portrait

E’ realmente coraggioso Vito Linares. E’ realmente artista Vito Linares. E’ moderno, è sperimentale, è cinematografico, è romantico, è poetico, è musicale, è classico; è Hard – Art. E’ da vedere, guardare, sentire, assaporare, Vito Linares.

E assorbire; assorbire così come hanno fatto queste sue “Tecnotele” intrise d’inchiostratura Canon o Lexmark, o Epson che sia. Quaranta esempi di cultura pittorica e dell’immagine che ti conducono per mano (attenzione, il percorso è obbligato: entrare da destra e circumnavigare) accompagnandoti nelle emozioni più intense che pensavi di non possedere più; o, anche tu. E’ una vera mostra di storia dell’Arte, da “godere” seduti, e interagire; e intingere il proprio tatto del sentire nella fluidità filmica delle figure endo – esocrine estetizzanti; e nelle deflagrazioni della figura stessa, poi, con un ritmo in crescendo degno di una sinfonia dell’essere sempre più energici. Ho finalmente visto “Il” Vito Linares, tutta la sua esperienza, la sua folle saggezza, tutta la sua vita di sperimentatore cromatico e delle forme, passare attraverso il gesto artistico “non pittorico”, ma “mousiano” e, per questo, ancor di più apprezzabile per la difficoltà e la ricerca di penetrante incisività, condotta attraverso uno strumento che non opera da solo (questo è da chiarire: i computer non hanno cervello, né gusto, né capacità espressiva. Sono un mezzo di plastica ed elettroneuroni senza intelligenza, né capacità proiettive. Quelle devi metterle Tu). E Vito Linares ci ha travasato, attraverso ombre tissutali di una tela, Unico Sostegno Visivo, l’affiorare di una ricerca verso l’assoggettamento, della Figura Uomo e Non – Uomo, al suo volere ipnotico e insieme elettrizzante dell’Agire. Ti sorprendi a “passeggiare” tra le sue opere e a cercare un appoggio fisico perché l’emozione che t’investe è destrutturante ogni percorso linguistico e visivo; cerchi una sedia, vuoi capire dove sei, in quale di quelle tele si trova la tua Rosa: la tua vita, i tuoi ricordi, la tua cultura, i tuoi studi, le tue letture, il tuo cervello creatore. Poi, a bocca aperta, ti accorgi d’essere dentro ogni granello “pittorico” coi tuoi ricordi e con un mondo che hai sempre condiviso con tutti, ma di cui nessuno ti ha mai reso conto. E’ uno schiaffo, un brivido squash di modernità – mondanità – moda – cultura pop. E’ un’emozionante favola rock che ti aggancia e ti tiene stretto, fino alla fine, attraverso la multisoggettività dell’artista capace d’innescare quella multicreatività che è solo dei pensatori per mestiere; sei, così, guardone, mezzo e scena insieme: un consumatore di cocktail e il calice, allo stesso tempo. E allora, hai voglia di ricominciare, di continuare a girare per rivedere la tua vita in questi quaranta frame che se li attraversassi di corsa, potresti sentirli in movimento a passo otto.

Mi sono allontanato dalla Galleria San Pietro con rammarico, lo stesso che anche Vito Linares vive e trasmette: quello di non vedere più i giovani entusiasti, vigorosi, combattenti e coltamente linguacciuti, vibrare colpi attraverso il percolare romantico dei suoi quadri smisurati e calibrati. Vito Linares mi ha ricordato che il domani è un futuro che ci appartiene; appartiene a tutti, uomini e donne, giovani, ragazzi, bambini. Ancora! E ancora; e ancora.

Sal Giampino

11 Dicembre 2009

pubblicato su marsalace.it - Dicembre 2009

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