“Considerate le mani nella loro libertà”

Gero Sicurella e Salvatore Giampino, Impronte e Ipnopedion, qui insieme per un faccia a faccia tra artisti, come si suol dire.

Due artisti diversi, lontani nel tempo, dialogano su un tema che ha attraversato la storia dell’arte e su cui tutti gli artisti si sono da sempre interrogati e misurati: la capacità e la possibilità di guardare al di là del proprio punto di vista, al di là del visibile, al di là del reale. Sicurella, attraverso le sue impronte, ci racconta di universi altri, vicinissimi al nostro anche se invisibili agli occhi, sono immersi in uno spazio a più dimensioni, percepito dalle diverse velature di colore che si sovrappongono.

Sal Giampino, Gianna Panicola e Gero Sicurella durante il Vernissage

Sal Giampino, Gianna Panicola e Gero Sicurella durante il Vernissage

Salvatore Giampino, attraverso il guardare oltre il visibile cromatico, stimola il vedere inconscio di ogni singolo. E’ un invito a ritrovare il proprio sé, ad uscire dall’ipnosi imposta dalla società contemporanea. La sua, sottende un’azione terapeutica e spirituale insieme.

Un dialogo, dunque, tra artisti che hanno attraversato il tempo e lo spazio, in piena libertà. E’ un invito a lasciarsi coinvolgere dalla diversità. E’ un invito al confronto, alla curiosità, offrendo al visitatore chiavi di lettura differenti.

Gero Sicurella e Sal Giampino, ci suggeriscono di operare in piena libertà, affidandosi al proprio io e alla propria mano. “Considerate le mani nella loro libertà, senza il richiamo della funzione, senza il sovraccarico di un mistero – in riposo, le dita leggermente flesse, come abbandonate ad un sogno, o altrimenti nell’elegante vivacità dei gesti puri, dei gesti inutili: pare allora che esse disegnino gratuitamente nell’aria la gamma delle loro molteplici possibilità, e che in tale gioco si preparino ad un qualche prossimo intervento concreto, efficiente. Capaci di imitare con la loro ombra su un muro, alla luce di una candela, la silhouette e l’atteggiamento degli animali, sono molto più belle quando non imitano nulla”, tratto dall’Elogio della mano di Henri Focillon.

Gianna Panicola - Curatrice e Critico d’Arte

9 Gennaio 2018

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