Sarzana. L’Impermanenza.
L’arte è come guardarsi allo specchio senza vedersi. O meglio, senza vedere ciò che ci si aspetta di vedere. L’aspettativa di chi ammira un’opera d’arte sta sulla sottile linea d’ombra che vive tra la propria incoscienza e la propria realtà, comune realtà, ma inossidabilmente diversa dalla realtà di chiunque altro.
E’ questo, un passaggio breve, ma intenso, che può provocare nausea e stordimento quando l’amore che trasuda da qualsiasi supporto, sia esso cartone, carta, canvas, è più potente e suggestivo di quanto ci si potesse attendere.
Osservare un quadro è come partecipare alla sua creazione, notando ciò che per l’artista è solo uno sbaffo volontario, o un colpo di luce, istantaneo come un flash, immersi nel colore profuso in quell’unico, stesso, istante in cui sono stati creati. Osservare un’opera d’arte è entrare in un mondo “improprio” che sfugge all’analisi dell’intelletto e promuove, di contro, solo le emozioni. Ed ognuno vive le proprie emozioni, senza appetiti particolari, senza volersi svantaggiare rispetto agli altri osservatori, senza, però, darsi la possibilità di esprimere intelligenza, ma lasciandosi andare con abbandono al sentimento che attraversa il cuore e stordito ne riemerge per esprimere una banalità: “E’ bello, mi piace, che bella cornice!"
In realtà ciò che piace e sempre e solo il Sé specchiatosi in uno specchio di invisibilità perché, semplicemente, pertinente la propria anima. Il momento artistico è così sottile unico e soggettivo, immediato ed estemporaneo, da risultare impalpabile, pur tornando a guardare e a guardare e a guardare. L’osservatore sa già ciò che vuol vedere e vede solo ciò che vuole vedere. Aurelio Sarzana ci offre, in questa sua galleria di opere esposte al Caffé Letterario, una miniaturizzazione di attimi fuggenti resi stanziali e spessi attraverso una ricerca che è, esiste, solo nell’attimo stesso in cui è stata concepita e ricercata, e poi, niente più, glorificando quella “Impermanenza dell’Adesso che è l’Arte". Ciò che solo un artista animato dalla tentazione di immortalità può riuscire ad esprimere, prende vita da tratti e gesti che hanno vissuto per un solo istante, solo l’istante in cui un’intenzione emotiva ha messo in moto un impulso nervoso che è divenuto movimento muscolare, dando a tutti la possibilità di vedere ciò che “ora” stanno osservando, ricordando un gesto che non hanno compiuto, un colore che non hanno scelto, un’emozione che non hanno mai vissuto: “Manichini condizionati nell’Essere; figure impalpabili in stato d’abbandono; vitalità espansive; slice di vita e di morte della natura; vite compresse e tristi piene di dolore e cercatrici d’amore…” Quello di Aurelio Sarzana artista, può sembrare un percorso insidioso e pieno di trappole delle menti, nelle menti altrui, perché ogni osservatore, come un daltonico dell’immagine, può riuscire a trovare una risposta alle proprie intenzioni creatrici che vivono nell’attimo stesso in cui egli guarda, potenziando il proprio sentire, e manifestando un’emozione di semplice in-put provenire dall’Artista. E’ proprio ciò che l’Artista vuole. Aurelio Sarzana è un vero pittore, termine desueto nel moderno accepire l’arte visiva che pretende originalità proto-digitale, ma non più singolarità e unicità. Il suo mezzo espressivo esalta l’attimo immaginifico, l’emozione improvvisa, il ricordo spaziale, la percezione viscerale. E riporta tutto ciò verso un supporto che possa accettare e contenere, attraverso il colore, la gestualità, il segno magico-pittorico quei sentimenti che non hanno più un passato e che non vivranno più un futuro, ma che rimangono permanentemente congelati in quell’Adesso irripetibile, sacro e inespugnabile che ogni Essere cerca e crede di creare nella propria vita. Aurelio Sarzana, infonde sulle proprie tele quel messaggio mai risolto del “perché siamo?” che trova anima e corpo attraverso figure incatenate al proprio istante di semi-vivenza. Come il viaggiatore che trasporta il suo bagaglio su spalle sudate e curve che non vedranno mai l’arrivo, percorrendo una via che è percorso e già meta, l’Artista Sarzana si riflette nelle sue opere, e soltanto lui vi rimane impresso. A tutti noi, la possibilità, attraverso il suo sentire pittorico, di decomprimere e destrutturare l’infelicità che viene dalla divisione che le differenze impongono attraverso l’addomesticamento dell’esistenza, delle religioni, dei partiti e dei partitismi: “Lingue, politiche, monete, socialità, malesseri delle coscienze, intolleranze di razza e di genere, violenze senza ragioni”. A noi, il pregio di osservare, nell’artista: natura, umanità, integrità intellettuale, e invadente, quanto avvolgente ed esplosiva timidezza dello spirito.
Sal Giampino
15 Dicembre 2014